Chiesa dell'Annunziata
Questa cappella è al centro della devozione dei baragianesi ed è meta di pellegrinaggio da parte degli abitanti dei paesi vicini. Il 25 marzo è il Lunedi in Albis sono i giorni sacri per la comunità di Baragiano che segue con fervore le due processioni che si svolgono in queste date. Per salvaguardare lo stupendo gruppo della Annunciazione che si venera nella chiesa è la statua della Immacolata che viene portata in processione. Una secolare tradizione lega la festa del Lunedì in Albis a manifestazioni di culto non del tutto rispondenti a regole canoniche. Ci si riferisce al passaggio della spina che presenta aspetti tra il sacro e il profano. Sicuramente l'origine del rito si deve collegare alla venuta degli albanesi a Baragiano e non dovrebbe essere una coincidenza il fatto che il rito si ripete anche nei paesi del Vulture.
Questo rito ha molti punti in comune con quello di Barile anche se questo ultimo viene celebrato il martedì dopo la Pentecoste.
Gli albanesi emigrarono in modo massiccio in Basilicata a partire dal 1509 per sfuggire alle persecuzioni nel loro paese e fu proprio il re di Napoli che per ripopolare molti villaggi della Basilicata e della Calabria rimasti abbandonati li incoraggiò a venire in Italia mettendo a loro disposizione le proprie navi.
Conferma ciò uno dei tanti documenti emessi dalla Camera della Sommaria su ricorso della Università di Baragiano che ordina al commissario di prendere le dovute informazioni su alcune famiglie (fuochi) che dopo l’ultimo censimento erano andati ad abitare altrove e non era stata riscossa la tassazione focatica, ovvero la tassa sulla famiglia.
Il 10 maggio 1509 il luogo tenente Giacomo Roscio scrive: 'per parte dela università et homini dela terra de baragiani è stato con querela axposto in questa camera como de po la numerazione facta in dicta terra sono partuti da epsa terra li subscripti homini inferius denotati et andati ad habitare in le terre dove se expone et de epse debiate exigere li pagamenti fiscali.'
Queste famiglie si erano trasferite nel casale di Ruoti che in quel periodo per l’altissimo numero di profughi era indicato con il nome di Schiavonia,il commissario ordina che i contributi degli altri “fuochi” di albanisi e sclavoni presenti dovevano essere esatti a parte. Molte comunità albanesi per sfuggire alla tassazione si rifugiano nelle grotte oppure in località periferiche e si presume che il rione di Baragiano detto “dietro Barile” ricordi proprio una comunità di albanesi.
Nel 1573 fu l’arciprete don Sabato Minichella a restaurare la cappella, come attesta una lapide.
Ed è stato proprio questo arciprete che a partire dal 1577 inizia con il primo registro sui battesimi a creare un archivio parrocchiale che poi sarà il parroco di Baragiano don Saverio Valla negli anni tra il 1830 e il 1866 a curare il recupero dei registri e la loro conservazione.
Grazie a questi è possibile ricostruire alcuni momenti della storia di Baragiano dal secolo XVI al secolo XIX.
Nel 1583 chiamati dal popolo e voluti dalla Università si insediano in locali attaccati alla chiesa della Annunziata una piccola comunità di frati minori. L’insediamento si può riportare al 12 dicembre 1583 da un atto del notaio Antonino De Donato di Balvano che riporta l’importo che i luoghi pii di Baragiano compresa la chiesa della Annunziata amministrata dai padri conventuali dovevano dare al clero per assolvere ai vari impegni di culto. Questo convento era addossato alla parete nord della chiesa ed era costituito da poche stanze su due piani e nel 1629 ospitava solo un padre e un fratello religioso.
La collaborazione tra i cittadini ed i frati fu interrotta in seguito ai risultati di un'inchiesta ordinata da papa Innocenzo X, la bolla INTER CAETETERA del 17 dicembre 1649 cui fa seguito la bolla INSTAURANDA DISCIPLINAE REGULARIS del 15 ottobre 1652 che sopprime i conventi con meno di 12 frati .
Con la attuazione della bolla si crea un grande scompiglio nelle comunità civili e dopo i numerosi reclami pervenuti alla Santa Sede due anni dopo viene emessa la bolla UT IM PARVIS con la quale si stabilisce che il numero minimo per tenere aperta una casa religiosa non deve essere inferiore a 6, purtroppo il convento di Baragiano non rientrando in questo numero costringe i frati minori a lasciare la dimora. E oggi rimane solo la porta che immetteva nella chiesa della quale desta molto interesse la facciata che è stata innalzata con dei blocchi di arenaria, resti del muro di cinta che secondo Francesco Ranaldi risalgono al IV secolo a.C. Per impegno del signore del paese Agostino Rendone viene iniziato lo scavo per la costruzione di una cisterna per la raccolta di acqua piovana presso il muro nord della chiesa a beneficio della intera popolazione come ricorda una lapide e fu terminata nel 1590. Altre due lapidi sembrano ricordare l’altare intarsiato in marmi policromi eretto in onore della Madonna dall’arciprete Sabato Minichella nel 1573.
Nel 1857 fu riparato il tetto come ci riferisce l’arciprete Saverio Valla e dopo il terremoto avvenuto sempre nello stesso anno furono stanziati altri soldi per riparare i danni prodotti dal sisma. Nel 1950 fu rifatto il muro nord.
Dopo il 1965 l’edificio fu totalmente ristrutturato.
Nel 1965 sono state scoperte delle pitture all’interno, una rappresenta la Madonna del Carmine ritratta a mezzo busto con il Bambino in braccio e lo scapolare. Ai loro piedi in ginocchio ci sono due santi di cui uno si riconosce in San Simone Stock.
Al di sotto c’è un'iscrizione che ricorda il restauro della cappella fatto nel 1686 dai muratori Domenico e Sabato di Cocina, mentre il pittore Sabato De Nigris di Tito dipingeva l’affresco, nell’altro c’è sempre una Madonna con Bambino ma è impossibile decifrare i santi raffigurati.
Il soffitto è a capriate.
Entrando colpisce il gruppo statuario dedicato alla Annunciazione incastonato in una cornice lignea fastosamente lavorata a foglie, fiori, frutta in stile barocco. La Madonna è in atteggiamento devoto mentre l’Arcangelo Gabriele gli annuncia il grande mistero che si compirà in Lei.
Lo Spirito Santo è rappresentato sotto la forma di una colomba.
Vicino all’ingresso è situata una acquasantiera composta dal basamento di una colonna ornata sui quattro lati dal disegno di un rosone sulla quale è appoggiata la tazza dell'Acqua Santa.
Dal secolo XVII la chiesa fu luogo di seppellimento dei baragianesi dapprima in eventi straordinari, poi dal 1836 fino alla costruzione del cimitero. Fu terminato nel 1879 e nello stesso anno il giorno 11 marzo il sindaco Matturri informò il parroco che da allora in poi i seppellimenti non dovevano avere più luogo nell’Annunziata ma nel camposanto .
Nel 1895 fu designato dalla giunta comunale come luogo per lo svolgimento delle elezioni politiche.
Si ringrazia il Sig. Rocco Satriano per la cortese collaborazione nella ricerca e stesura dei testi.
Data:
12-11-2020